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Reverse logistics: come alleggerirsi dalla politica del reso

5 minuti 04 dicembre 2023

Spiacevole per chi acquista, ancora di più per chi vende. Parliamo del fenomeno dei resi, nato con i negozi fisici ma esploso con l’affermarsi dell’e-commerce, e che ha portato al nascere della cosiddetta reverse logistics.

Per le aziende un grattacapo non solo logistico ma anche economico, che richiede la definizione di politiche che bilancino costi e soddisfazione dei consumatori, tenendo conto però anche dell’impatto ambientale di questi flussi. Ma che può rappresentare una opportunità di fidelizzazione della clientela, se non una delle chiavi del successo delle vendite online, o persino un elemento di costruzione del proprio brand, sia verso gli acquirenti finali sia nei confronti di stakeholder quali investitori, istituzioni o partner. 

RAJA, come fornitore di prodotti e servizi per le imprese, si impegna a trovare soluzioni sempre più innovative per la gestione efficiente dei resi. Ecco alcuni consigli.

Da dove nasce la reverse logistics

Partiamo dalle basi: con reverse logistics si intende la gestione dei processi inversi a quelli della distribuzione, che portano il prodotto nelle mani dell’acquirente finale. Include ritiro e trasporto della merce, stoccaggio nei magazzini aziendali, nonché smaltimento, riparazione, riconfezionamento o rimessa in vendita, a seconda dei casi. L’espressione politica di reso comprende invece quell’insieme, più ampio, di strategie relative non solo al ‘ritorno all’origine’ dei prodotti, ma anche alla definizione di tempi, modalità ed eventuali costi per la restituzione, di gestione del packaging (incluse le possibilità del riciclo o del riuso), di standard per il rimborso o la sostituzione.

Secondo la Ricerca sui consumatori online 2021/2022 di Sendcloud, in Europa il fenomeno riguarda l’84% di chi acquista tramite e-commerce. Le restituzioni coinvolgono soprattutto i prodotti della categoria Moda&Accessori (58%), mentre sono meno colpite quelle di Giochi&Libri (43%) e di Cibo&Bevande (47%). Tra i consumatori è diffusa l’idea che i costi del reso debbano essere responsabilità di chi vende (60%) e c’è molta attenzione verso le politiche aziendali in materia. Tanto che il 52% dei potenziali acquirenti europei controlla sempre le politiche di reso prima di avviare un acquisto, percentuale che in Italia sale addirittura al 69%.

Quello dei resi è quindi senza dubbio un nodo da sciogliere per tutte le aziende che effettuano vendite online, sia nel caso in cui il cliente finale sia un consumatore (b2c) sia in quello in cui l’acquirente sia a sua volta un’azienda (b2b), dato che l’e-commerce sta prendendo sempre più piede anche nelle transazioni di questo tipo. 

Lo studio di Sendcloud indica che l’attenzione dei clienti in materia di resi va innanzitutto al tema del prezzo (sono preferite cioè le restituzioni a carico del venditore), ma viene data anche molta importanza a elementi quali la presenza nell’acquisto di una etichetta pronta all’uso, i tempi per il rimborso, l’estensione del tempo per la restituzione.

Come gestire al meglio la reverse logistics

Offrire la possibilità di effettuare resi gratuiti può rivelarsi però troppo gravoso economicamente per i venditori. In questo caso, la clientela può essere fidelizzata ricorrendo a buoni sconto da spendere sul portale aziendale per l’ordine successivo del valore equivalente a quello del costo del reso. Un’altra leva interessante può essere quella dell’estensione del periodo per effettuare restituzioni. Tempi più lunghi sono più apprezzati dalla clientela, la rendono più propensa a completare acquisti, ma giocano a favore del venditore anche perché portano l’acquirente a dimenticare più facilmente la possibilità di rendere il prodotto.

Esiste poi per le aziende la possibilità di semplificare la logistica dei resi facendo sì che questi siano ritirati in un unico punto di consegna per zona (ufficio postale, edicola, etc.). Una opportunità che però nel contesto italiano va valutata con attenzione dato che al momento i consumatori della Penisola continuano a preferire, più che altrove, il ritiro a casa o nel luogo di lavoro

Se vuoi sapere di più sull’ottimizzazione dei processi logistici, non perderti la nostra guida: Logistica 4.0 e Gestione della Supply Chain: metodi per l’ottimizzazione di Lead Time e Scorte.

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Reverse logistics: l’approccio di IKEA

Sono molte, insomma, le scelte da fare nella definizione della propria reverse logistics e della politica dei resi. Tra chi ha deciso di fare della sua logistica inversa e della sua politica dei resi un tratto distintivo della propria offerta c’è senza dubbio Ikea. Il colosso svedese dell’arredamento, che intende trasformarsi in una realtà 100% circolare entro il 2030, ha avviato un programma per permettere agli acquirenti di restituire batterie, mobili, lampadine, materassi e tessuti, che sono poi rivenduti nei suoi negozi o riciclati. Uno step successivo sarà quello di permettere loro di restituire librerie, ante o addirittura cucine usate, rotte o indesiderate, che Ikea riciclerà trasformandole in nuovi oggetti di arredamento. 

Le soluzioni RAJA per una migliore gestione dei resi

Nell’ambito della reverse logistics, l’attenzione agli imballaggi è cruciale per una gestione più sostenibile dei resi. Il nostro suggerimento è quello di scegliere con cura soluzioni come buste e scatole con bande adesive, che agevolano il cliente nel reso, utilizzando lo stesso imballaggio della spedizione originale. 

Ecco le soluzioni di RAJA reso facile pensate per ottimizzare questo processo:

Scarica la guida sulla logistica

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