Normativa ESG: come è regolamentata la sostenibilità aziendale

6 minuti 10 giugno 2024

Nel mare in tempesta delle sfide globali, la sostenibilità emerge come un faro per le aziende e i governi. L’Italia e l’Unione Europea non sono rimaste a guardare, attuando normative che spingono verso un’economia più verde e responsabile. 

Normativa ESG in Italia: Il Decreto Legislativo 254/2016

Il Decreto Legislativo 254/2016 rappresenta un vero punto di svolta per la sostenibilità in Italia. Introducendo l’obbligo di rendicontazione non finanziaria, le aziende sono chiamate a considerare l’impatto delle loro attività in termini di problematiche ambientali, sociali e di governance. Questo significa che le imprese devono ora fornire informazioni sulle politiche adottate in merito a questi temi, sulle performance e sui rischi connessi, contribuendo a una maggiore consapevolezza tra gli stakeholder e promuovendo un’etica aziendale più responsabile e volta alla trasparenza.

In pratica, le aziende devono ora integrare nelle loro relazioni annuali una sezione dedicata che descriva con chiarezza le politiche adottate in materia di sostenibilità, le azioni intraprese e i risultati ottenuti. L’obbligo di trasparenza in questo contesto impone alle aziende di confrontarsi con la propria condotta etica e con le conseguenze delle decisioni assunte sull’ambiente e sulla società.

Vediamo alcuni esempi di informazioni che le aziende devono illustrare:

  • come gestiscono le risorse idriche,
  • quali politiche adottano per la riduzione delle emissioni di gas serra,
  • come affrontano la gestione dei rifiuti e il riciclo,
  • qual è il loro impegno sulla tutela dei diritti dei lavoratori, sull’equità di genere e sull’inclusione sociale. 

Sul fronte della governance, la rendicontazione non finanziaria mira a garantire che le pratiche di business siano condotte con integrità e trasparenza, mettendo in luce le procedure anti-corruzione e le politiche di remunerazione dei dirigenti.

Questa enfasi sulla rendicontazione non finanziaria ha anche il potenziale di stimolare le aziende a rivedere e migliorare le proprie pratiche interne per allinearsi agli standard richiesti. La relazione di sostenibilità diventa così uno strumento di dialogo con gli stakeholder, tra cui investitori, clienti e società civile, fornendo loro un quadro chiaro dell’impegno dell’azienda verso la sostenibilità ambientale, sociale ed economica, consentendo loro di prendere decisioni informate.

In sintesi, il Decreto Legislativo 254/2016 non è solo un adempimento normativo, ma rappresenta una spinta verso una riflessione più ampia sul ruolo sociale dell’impresa e sull’importanza di un agire etico e responsabile, che consideri l’impatto a lungo termine delle attività aziendali. Con questo decreto, l’Italia si posiziona come un attore proattivo nello scenario internazionale della sostenibilità aziendale, promuovendo un modello di business che riesca a coniugare profitto e responsabilità sociale.

L’Europa e la trasparenza sostenibile: nuovi obblighi di rendicontazione

La trasparenza è diventata un imperativo nell’UE per le grandi imprese, le quali sono tenute a divulgare dati dettagliati sulle loro operazioni sostenibili. Questo ha l’obiettivo di incrementare la fiducia dei consumatori e degli investitori, facendo emergere chiaramente quali aziende stanno realmente operando per un futuro sostenibile. 

Le PMI, per la loro parte, sono incoraggiate a seguire questo esempio, sebbene con un orizzonte temporale più esteso, evidenziando l’importanza di una transizione graduale ma decisa verso la sostenibilità per tutte le realtà aziendali.

La Direttiva Europea e i requisiti generali per le aziende

L’imminente introduzione della nuova Direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità aziendale (CSRD) e i Requisiti Generali che ne derivano rappresentano un importante strumento per garantire che le aziende europee si allineino agli obiettivi ambientali dell’UE. 

Questo nuovo pacchetto normativo richiederà alle aziende di redigere un report di sostenibilità per divulgare dettagliatamente l’impiego delle risorse e gli impatti delle loro attività economiche, sia in via diretta che indiretta, attraverso la loro catena di valore.

La struttura normativa europea: un piano a quattro fasi

L’Unione Europea ha delineato un quadro normativo a quattro livelli per indirizzare e regolamentare la sostenibilità aziendale. Questo approccio stratificato permette di affrontare diversi aspetti della sostenibilità, dalla rendicontazione alla finanza, dalla tassonomia alle metriche a basso tenore di carbonio.

  1. La Direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità aziendale (CSRD) sollecita una maggiore chiarezza nelle comunicazioni aziendali. 
  2. La Regolazione sulla divulgazione finanziaria sostenibile (SFDR) mira a prevenire il cosiddetto “greenwashing”. 
  3. La Taxonomy Regulation fornisce una classificazione chiara di cosa costituisca un’attività sostenibile
  4. La Low-carbon Benchmark Regulation stabilisce standard per gli indici finanziari che favoriscono investimenti a bassa emissione di carbonio.

Il futuro della rendicontazione: la direttiva CSRD

Con l’arrivo del 2024, le aziende dovranno conformarsi alla nuova direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità aziendale (CSRD), un aggiornamento significativo che porta con sé l’obiettivo di una maggiore chiarezza e comparabilità delle informazioni sulle pratiche sostenibili delle aziende.

La responsabilità sociale del settore finanziario

Un settore cruciale nella promozione della sostenibilità aziendale è quello finanziario. Banche, fondi di investimento e consulenti finanziari stanno sempre più orientando le loro strategie verso prodotti e servizi finanziari sostenibili. Questo movimento non solo risponde alle crescenti richieste di responsabilità sociale ma contribuisce anche alla promozione di un’economia più verde attraverso investimenti sostenibili e l’implementazione di criteri di vaglio tecnico per valutare l’impatto ambientale e sociale delle attività economiche.

Il Green Deal Europeo: una visione olistica

La direttiva sulla comunicazione societaria sulla sostenibilità si inserisce nel Green Deal europeo, un piano ambizioso che mira a rendere l’Europa il primo continente climaticamente neutro entro il 2050. Questa direttiva rappresenta uno degli strumenti legislativi atti a colmare le lacune informative e ad accelerare la transizione verso un’economia sostenibile.

La strada verso la sostenibilità è lastricata di sfide, ma anche di opportunità immense. La normativa italiana ed europea rappresenta un esempio di come la legislazione possa guidare il cambiamento, incentivando le aziende a essere più consapevoli dell’impatto delle loro azioni e a perseguire un futuro più sostenibile.

La sostenibilità degli imballaggi

Nel contesto più ampio della sostenibilità aziendale, gli imballaggi giocano un ruolo cruciale. Le normative incoraggiano l’innovazione verso materiali più sostenibili e processi di produzione che rispettino l’ambiente, riducendo così l’impatto globale dei rifiuti e promuovendo l’economia circolare.

Innovazione e sostenibilità: La Circular Economy e le aree verdi

Nel contesto della normativa ESG, un’importante considerazione è data all’economia circolare e alla promozione di aree verdi. Le aziende europee, con il supporto di regolamenti delegati e linee guida della Commissione Europea, stanno esplorando nuovi modelli di business che massimizzino l’uso efficiente delle risorse e minimizzino gli impatti negativi sull’ambiente. Questo approccio aiuta a ridurre gli impatti ambientali, promuovendo al contempo le attività economiche essenziali in maniera sostenibile.

Verso la neutralità climatica: la sfida dei cambiamenti climatici

Gli obiettivi ambientali delle normative ESG sono strettamente legati alla lotta contro i cambiamenti climatici. Il Parlamento Europeo e la Commissione UE stanno lavorando per stabilire nuove regole e regolamenti, come parte del Green Deal Europeo, per guidare le aziende e l’intero settore economico verso la neutralità climatica. Questo include l’incoraggiamento delle PMI quotate e delle grandi banche a intraprendere azioni concrete per ridurre le emissioni di carbonio e a implementare pratiche sostenibili.

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