La gestione delle rimanenze di magazzino è un aspetto cruciale per garantire un flusso di lavoro efficiente e una redditizia gestione delle risorse. Rimanenze di magazzino troppo alte dovrebbero rappresentare un campanello d’allarme per le aziende perché, oltre ad impattare sul conto economico, segnalano possibili sprechi e perdite finanziarie.
RAJA, come fornitore di prodotti e servizi per le imprese in tutte le fasi della supply chain, è esperta nella gestione delle scorte di magazzino. Riveliamo quindi tutto ciò che c’è da sapere sulle rimanenze di magazzino: cosa sono, le tipologie e la loro gestione per ridurre gli sprechi nella supply chain.
Cos’è una rimanenza di magazzino?
La rimanenza di magazzino è la merce invenduta alla fine di un periodo contabile, alla chiusura dell’esercizio. Possono essere giacenze di magazzino: materie prime o semilavorati, merci destinate alla vendita, prodotti finiti, merci di consumo. Si distinguono in: rimanenze attive e passive, rimanenze iniziali e finali.
Le rimanenze attive sono le scorte di magazzino ancora utili e commercializzabili, mentre le rimanenze passive sono merci obsolete, danneggiate, scadute o fuori produzione che non hanno più valore commerciale.
Per rimanenze iniziali si intende le scorte di magazzino presenti all’inizio del periodo, mentre per rimanenze finali le scorte rimaste alla fine del periodo contabile.
Come si calcolano le rimanenze finali
Il calcolo delle rimanenze finali è un passaggio cruciale per determinare il valore delle scorte rimaste e per registrarle correttamente nei bilanci aziendali. Si utilizza la formula:
Rimanenze Finali = (Rimanenze Iniziali + Acquisti) – Costo dei Beni Venduti
In quanto processo fondamentale, è bene servirsi di strumenti di calcolo e sistemi gestionali che consentono di calcolare in modo puntuale le scorte e il loro valore.
Al fine di conteggiare le rimanenze finali, è utile anche effettuare il calcolo giacenza media in magazzino, che si basa sulla divisione del valore totale degli ordini per la quantità di merce acquistata.
Le rimanenze e il conto economico
Alla chiusura dell’esercizio è necessario conteggiare tutte le rimanenze. Questo passaggio permette di collegare costi e ricavi nella maniera corretta, attribuendoli ai giusti periodi di competenza, per avere un quadro completo del materiale presente in azienda, dei costi sostenuti e dei ricavi ottenuti.
Quindi, ad esempio, le rimanenze finali dove vanno in bilancio? Le rimanenze finali vanno tra i componenti positivi. Le rimanenze iniziali invece, in quanto costi, vanno tra i componenti negativi. La scrittura delle rimanenze finali è uno dei documenti di rettifica più importanti di cui le aziende devono occuparsi in sede di chiusura del bilancio.
Una volta fatte tutte queste operazioni, è possibile effettuare la valorizzazione magazzino, cioè determinare il valore delle scorte e la giacenza media di magazzino nel modo più corretto.
Un paramento importante da considerare quando si parla di rimanenze è la copertura ovvero il tempo di autonomia del magazzino nel caso in cui si arrestassero gli acquisti. La copertura viene calcolata con la seguente formula:
copertura = giacenza media / consumo medio in un determinato periodo (settimana / mese / anno)
Tanto più questo parametro è elevato tanto più il mio magazzino è sovradimensionato rispetto alle vendite medie della mia azienda aumentando il rischio di obsolescenza o deperimento.
Se vuoi sapere di più sull’ottimizzazione dei processi logistici, non perderti la nostra guida: Logistica 4.0 e Gestione della Supply Chain: metodi per l’ottimizzazione di Lead Time e Scorte.
Strategie per ridurre le rimanenze di magazzino
Come abbiamo visto, per avere una gestione più snella della supply chain e senza sprechi, è importante minimizzare le rimanenze di magazzino, soprattutto le più problematiche, quelle passive, cioè merci obsolete e spesso non più utilizzabili.
Questo obiettivo si raggiunge ad esempio tramite:
- pianificazione accurata della domanda e dell’offerta, che si fa analizzando dati, storici e informazioni sulle tendenze di mercato
- applicazione del metodo FIFO (First In First Out) alla gestione del magazzino, che garantisce una maggiore rotazione delle scorte.
Questi metodi aiutano le aziende a non accumulare troppe giacenze durante l’attività. Se invece, verso la chiusura dell’esercizio ci si rende conto che c’è molta merce in magazzino che rischia di finire in giacenza, si può ricorrere a campagne promozionali o sconti per agevolare l’eliminazione delle scorte.
A questo proposito è bene tenere a mente il concetto di Pareto dove l’80% delle vendite viene generato dal 20% degli articoli. Partendo da questa logica, è utile identificare per ciascun articolo la giacenza media, le vendite generate (sia in valore che in quantità) e la copertura per poi pianificare azioni correttive in caso di extra stock come riduzione dei minimi d’ordine, miglioramento dei tempi di approvvigionamento, aumento della frequenza di riordino.
E’ molto importante gestire con attenzione il PLC (product life cycle) dei prodotti per pianificare correttamente le quantità da approvvigionare in ciascuna fase del ciclo di vita dell’articolo: lancio, crescita, maturità e declino. Questo mi permette di evitare di acquistare prodotti che da lì a poco tempo verranno dismessi o non saranno più commercializzati.
La gestione delle rimanenze di magazzino è un elemento chiave per una supply chain efficiente e una redditizia gestione aziendale. Troppo spesso infatti le rimanenze troppo alte portano a sprechi, perdite finanziarie e difficoltà nell’ottimizzazione delle scorte. Implementando strategie come la pianificazione della domanda e offerta, la rotazione delle scorte, le promozioni mirate e l’utilizzo di tecnologie avanzate di gestione del magazzino, le aziende possono ridurre le rimanenze indesiderate e ottimizzare il valore delle scorte.
La gestione efficiente delle rimanenze contribuisce a garantire la sostenibilità finanziaria dell’azienda e la soddisfazione del cliente, mettendo l’impresa in una posizione di vantaggio nella competitiva arena del mercato.